La Striscia

Quella svolta chiamata Cosentino

La situazione è drammatica: servono esperienza e competenza per una società ancora anomala

Inizia presto la giornata per tanti giallorossi d’Italia, prestissimo per quelli che in autobus e mezzi propri partono da Catanzaro. Con una squadra che naviga nelle ultime posizioni della classifica in 400 ci si presenta nella città toscana. Un angolo dell’Arena Garibaldi, nonostante il tempaccio, si colora di giallorosso. Dall’altra parte i pisani, deludenti come tifoseria perché i catanzaresi credevano di confrontarsi almeno sul piano dell’ugola con rivali di tutto rispetto. I neroazzurri li sentiamo solo alla fine a risultato acquisito con un “OLE” irrisorio alla nostra squadra. I supporter catanzaresi si distinguono applaudendo i ragazzi scesi in campo perché comprendono che i calciatori s’impegnano ma quelli sono. Per capirci “chisti simu”. Si perde perché si è più deboli, nessun’ombra di dubbio. E soprattutto non c’è paragone per come si perdeva anni addietro. Forse questo vale più di una vittoria.

Due parole sull’organizzazione del pre-partita. Arrivati a Pisa troviamo l’indicazione “settore ospiti”, vediamo lo stadio ma traccia di qualcuno in divisa che t’indichi la via per raggiungere in tranquillità il tuo settore neanche l’ombra. Autobus e macchine e pulmini gireranno per una buona mezz’ora davanti a Piazza dei Miracoli ammirando il Battistero e la Torre sperando in un miracolo calcistico che ieri non è avvenuto. Qualcuno chiama la Polizia ricordandogli che c’è una partita di calcio e finalmente 2 volanti ci scortano e c’indicano che il parcheggio è proprio nella bellissima piazza pisana.  “E non potiavu mintira nu cartellu ca sta cazza e torre m’amparavi a memoria”, questo il commento della maggioranza dei tifosi che aveva girato a vuoto con i propri mezzi. Chissà se qualcuno dell’”attentissimo” Osservatorio per le Manifestazioni Sportive ci leggerà e magari s’inventerà un’altra corbelleria simile all’entrata mano nella mano per chi porta un amico allo stadio con la “Tessera del Tifoso”. E dire che queste leggi e questa  tessera erano nate per garantire la sicurezza chi assiste alle partite. “Cu i cazzi”, aggiungiamo noi.

Piove ed entriamo allo stadio. Ci si saluta con i ragazzi che vivono fuori Catanzaro e s’incontra qualcuno che non vedevi da tempo. Tra un saluto e l’altro, mentre la squadra si allena, s’intona il coro “Siamo sempre con voi” e qualche sfottò ai dirimpettai pisani con la bandiera viola ben esposta nella curva catanzarese. La formazione del Catanzaro non l’aveva beccata nessuno durante la settimana. La novità è che giochiamo con una specie di 3-5-2 anomalo, com’è anomalo tutto il Catanzaro di questa stagione a livello societario. La difesa è a 3 con Mariotti che gioca da interno destro di centrocampo. Evidente l’intento di Cozza: contrastare Favasuli che è il cervello della squadra di Pane. In porta torna Faraon e Pisseri va in panca, Fiore è largo a destra ma è come se non ci fosse. La stessa cosa vale per Squillace sulla fascia opposta. Il dirimpettaio dell’ex Primavera Reggina è Buscè, che pur non disputando una grande partita segna il goal del sorpasso nello stesso modo in cui ci aveva provato nel primo tempo. Perfetto cross dell’esterno Benedetti e colpo di testa in corsa per Buscè che arriva dall’altra parte e incorna con lo schema più classico di una partita di calcio. Schema classico che nel Catanzaro di oggi, proprio per la qualità degli uomini a disposizione, si vede assai raramente. D’altronde, se nel Pisa ci sono i vari Sabato, Mingazzini e lo stesso Buscè che hanno esperienza e qualità da vendere, il Catanzaro ha il suo migliore elemento in Russotto che per giunta è un giovanissimo. Lo abbiamo detto in tutte le salse che paghiamo errori estivi e ne parleremo più avanti, discutiamo adesso della partita analizzandola in sintesi.

Il terreno è pesante e questo aiuta il Catanzaro che non ha il compito di fare la partita. I giallorossi tengono bene il campo e cercano di rendersi insidiosi soprattutto con le giocate di Russotto, sempre troppo solo. Nessuna delle 2 squadre tira mai in porta. Ma la sensazione dagli spalti è che i singoli del Pisa difficilmente commetteranno errori, mentre i nostri, nei frangenti topici della partita, qualche leggerezza dovuta all’insicurezza l’hanno commessa. Per questo nessuno è tranquillo in tribuna. Poi ci sono sempre le ombre di Nocerina, Benevento e Carrarese di Coppa. Il primo tempo scivola via ed il pareggio è il risultato più giusto.

La ripresa è scoppiettante e drammatica per i giallorossi. Angolo di Quadri e deviazione “mista” di Narducci e Mingazzini e Catanzaro in vantaggio. Come con la Nocerina bastano 2 minuti e il risultato è ribaltato. La C1 non è la serie A e non sapremo mai se quello concesso al Pisa fosse un rigore giusto. Di certo c’è che l’arbitro vede un fallo di mani di Sirignano (nessuna trattenuta, basta guardare i pisani che reclamano il fallo di mani) e lo espelle per doppia ammonizione. Non ci saranno replay per dimostrare se c’era il rigore, se c’era l’espulsione e se la prima ammonizione era meritata. Non ci attacchiamo a questo perché non c’è neanche il tempo per disperarsi che il Pisa proprio con l’esterno Buscè trova il vantaggio. È una mazzata per tutti. La reazione è timida e Cozza, che dopo l’espulsione di Sirignano aveva tolto Fiore per D’Alessandro, non sa più a che santo votarsi. Nel tentativo di rafforzare l’attacco, al posto di Squillace inserisce Fioretti che sistematicamente si annulla con Masini; poi toglie Benedetti per Carboni e il cambio dà il via all’immeritata goleada pisana che nessuno dei presenti, sia di fede giallorossa che neroazzurra presenti all’Arena Garibaldi, poteva immaginare dopo aver visto i primi 55 minuti d gioco.

Il risultato finale è impietoso: 4 a 1 per loro e nei tabellini sarà scritto questo e non che il Catanzaro, l’arbitro, la sfortuna, ecc ecc. In pratica il Catanzaro sommando gli altri 2 minuti di follia del posticipo di lunedì scorso perde 6 punti. Adesso la situazione è davvero preoccupante. Difficile spiegare a Cosentino e a quelli che non hanno visto la partita un 4-1 così netto nei numeri. Inutile parlare di episodi perché così non se ne esce più. Urge che qualcuno dia un segnale, una scossa. Quel qualcuno non può che essere il nostro Presidente che siamo sicuri sta soffrendo quanto noi. La squadra è stata costruita male e la responsabilità è del mister. Tempo addietro usammo l’espressione “società anomala” e oggi lo ripetiamo per fare capire che in un’altra situazione societaria, come accade nel 99% dei casi, sarebbe stato il tecnico a pagare. Perché non puoi cambiare 22 elementi in corsa. Le responsabilità sono chiarissime e le scelte d’agosto sono state errate. Questa è l’unica sentenza inappellabile.

L’anomalia è che con un nuovo tecnico non sappiamo cosa potrebbe cambiare. Ad esempio Fiore non imparerà a usare il destro e Squillace non ritornerà quello che era in 2° Divisione perché questa è un’altra categoria. Ieri, anziché il nostro primo “colpaccio” di mercato (D’Alessandro) si è preferito fare giocare in un ennesimo nuovo ruolo il difensore Mariotti; Cruz e D’Agostino li abbiamo visti sporadicamente; Orchi  si divide fra panca e spalti; Carbonaro è come se non esistesse. Ci fermiamo qua perché ne potremmo citare altri di calciatori. La verità è una sola: Cozza disse che le responsabilità nella costruzione squadra erano solo sue e se le sarebbe assunte nel bene e nel male. E’ il momento di farlo. Siamo “nel male” e ammettere i propri errori non è un reato. Lasci perdere moduli, impegno dei ragazzi, internet e nickname virtuali, fattori arbitrali e campi d’allenamento. È il momento di sedersi a un tavolo e riparare gli equivoci.

Riparare non significa fare follie perché come dice il mister giustamente bisogna rispettare il budget. Gli elementi a disposizione sono questi, bisognerà sistemare qualcuno e allo stesso tempo prenderne altri valutando bene i costi per non gravare troppo sul bilancio societario. Per fare tutto ciò non ci si può riaffidare a chi ha fallito in questo compito. Il tifoso è egoista in tutte le piazze e l’espressione più comune è: “mu futtu ca rispetti u budget e poi scindi”. Pertanto è necessario che il Presidente, e non il mister, si affidi a una persona che abbia esperienza nel settore, che sappia soprattutto vendere e portare elementi come Russotto e Benedetti che sono gli unici veri acquisti azzeccati arrivati a mercato chiuso. Un po’ come avvenne per Sirignano l’anno passato e con Quadri e Giampà giunti nel mercato di riparazione. Ma ora non si può attendere, il campionato è a 16 squadre, il tempo per recuperare si restringe e la classifica si allunga di domenica in domenica.

I numeri sono impietosi ma rispetto ai tornei deficitari delle stagioni più drammatiche del Catanzaro (vedi 2 anni di B) c’è questa volta un patrimonio da non disperdere. Che non si chiama Cozza, ma Giuseppe Cosentino e la sua società da plasmare. Servirà adesso rimboccarsi le maniche perché nulla è perduto ma per farlo le somme non vanno tirate a fine anno ma immediatamente, prima che sia troppo tardi. Torni subito presidente e prenda in mano questa società. Si affidi a gente seria e preparata e soprattutto scelga Lei, nel rispetto dei ruoli. A quel punto Mariotti potrà anche giocare ala sinistra e Papasidero centravanti. La Juventus vinceva scudetti con Torricelli e il Catanzaro andava in Serie A con illustri sconosciuti, senza campi d’allenamento, con contestazioni e con i “distinti” aperti. Servono competenza ed esperienza anche nella gestione delle scelte basilari di una società. Nulla s’inventa per caso o perché ti è andata di lusso una volta. Faccia presto e ripartiamo dalla maturità dei 400 di ieri che hanno applaudito la squadra comprendendo che l’impegno c’è ma non basta. Ripartiamo insieme e comprenda l’amarezza dei tifosi, anche di quelli che si sono abbonati per la C1 e di qualcuno che esterna la propria rabbia in modo più plateale ma che soffre come Lei e come tutti noi. Abbiamo vissuto momenti peggiori di questi e insieme dobbiamo uscirne  per raggiungere gli obiettivi. Nessuno può dare lezioni a chi è tifoso davvero. Ora è Lei che deve fare il fuoriclasse e non altri. Quel “Siamo sempre con voi” gridato ai ragazzi prima e dopo la partita ora lo trasformiamo in “Siamo sempre con lei”.

Salvatore Ferragina

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Salvatore Ferragina

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