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Taranto, l’ennesimo miracolo di Eziolino Capuano

Scritto da Emanuele Mongiardo

Eziolino Capuano c’è riuscito di nuovo. Con una squadra che tutti davano per spacciata, il tecnico di Salerno è riuscito ancora una volta a friggere il pesce con l’acqua minerale e a trasformare il Taranto in una squadra competitiva e pugnace. Sulla carta gli ionici partivano con una delle rose meno attrezzate del girone C. La squadra sembrava destinata alla retrocessione, al massimo ai playout, con i tifosi in perenne contestazione nei confronti della società. L’arrivo di Capuano, però, ha cambiato le prospettive ed oggi i rossoblu si trovano alle porte della zona playoff, nel gruppone di squadre a ventisette punti che va dal settimo all’undicesimo posto.

È sufficiente ricordare la partita di un girone fa per avere una misura di quanto stesse male il Taranto prima dell’insediamento del nuovo allenatore. Al Catanzaro erano bastate un paio di accelerazioni per vincere. I ragazzi di Vivarini avevano giocato una partita svagata, a ritmi bassi, con diverse distrazioni in difesa, ma nonostante questo erano comunque usciti dallo “Iacovone” con un sonoro 0-3. Sabato i giallorossi affronteranno tutt’altro avversario e sarà bene mantenere al massimo la concentrazione per tutti i novanta minuti.

Il Taranto non è cambiato solo in panchina. La società, infatti, ha messo mano alla rosa. Ai nastri di partenza si trattava di uno degli organici più giovani della categoria. La squadra in estate aveva perso i suoi punti di riferimento: non solo il tecnico Laterza, ma anche la coppia d’attacco Giovinco-Saraniti e il regista Di Gennaro. I sostituti erano soprattutto degli under, evidentemente insufficienti per sopravvivere in un girone difficile come quello meridionale. Così, il Taranto ha pescato a piene mani dal mercato degli svincolati. La ricostruzione delle certezze è partita dalla porta: stavolta, invece di Russo il Catanzaro si troverà di fronte il ventisettenne Vannucchi, affidabile ed esplosivo tra i pali. A parametro zero era arrivato anche un centravanti di livello assoluto come Filip Raicevic. Un infortunio al tendine d’achille, però, ha messo fuorigioco l’ex attaccante della Ternana già dopo poche partite. In questa sessione invernale, poi, dal Renate è arrivato in prestito Filippo Rossetti, che sembra destinato ad alternarsi a Tommasini nel ruolo di prima punta.

Come gioca il Taranto

Come da vangelo di Eziolino Capuano, il Taranto scende in campo con un 3-5-2. L’ex tecnico della Sambenedettese ha ricostruito dalle fondamenta il modo di stare in campo dei suoi. Bisognava ritrovare solidità, e così Capuano ha da subito riparato la fase difensiva (o fase difendente, come piace dire a lui). Di solito, l’adagio, in Serie C, è che per la linea arretrata servano uomini esperti, vecchi marpioni della categoria. Il Taranto, invece, ha seguito la strada opposta. Capuano è riuscito a costruire una difesa ermetica, con centrali dalla media età verdissima. Certo, ci sono gli ultratrentenni Formiconi e Manetta, ma i due titolari inamovibili sono il classe 2003 Evangelisti e il brasiliano classe ‘98 Antonini. Evangelisti dal cuore della linea a tre guida tutta la squadra ed è imponente nel gioco aereo. Un difensore così sicuro e così giovane difficilmente rimarrà in Serie C nella prossima stagione. Antonini, invece, oltre ad essere affidabile vicino la propria porta si è distinto anche in area avversaria: ha già segnato tre gol, tutti sugli sviluppi di calci piazzati, a riprova che il Taranto sa essere molto pericoloso a palla ferma.

In fase di non possesso i pugliesi si compattano in un 5-3-2 dal blocco medio-basso. Dopo aver recuperato palla, l’obiettivo è ribaltare immediatamente il fronte. Tra gli esterni, il più offensivo è quello di destra, Mastromonaco. Grandi responsabilità passano poi dai piedi delle mezzali Labriola e Mazza, incaricate non solo di inserirsi in attacco, ma anche di condurre in prima persona la palla. Labriola al “Ceravolo” sarà assente per squalifica. È un giocatore vitale per il Taranto, capace di distinguersi anche nei periodi più bui della squadra grazie alla sua tecnica.

Il giocatore più pericoloso, però, è senza dubbio Michele Guida. Sgusciante ala di Santa Maria Capua Vetere, classe ‘98, nel 3-5-2 si è adattato ad agire da seconda punta. Destro naturale, a Guida piace aprirsi per ricevere sui piedi sul centro sinistra e da lì convergere. La palla gli rimane attaccata allo scarpino e i suoi dribbling sono letali. In più, vicino l’area è abbastanza creativo in rifinitura. Vicino a lui si muove Tommasini, centravanti sgobbone scuola Sampdoria. Tommasini svaria molto e si danna l’anima per far salire la squadra. Non offrirà la prestanza che avrebbe garantito Raicevic, ma è un centravanti fastidioso per la sua mobilità. In più, ha segnato sia contro il Crotone che contro il Pescara.

A proposito di Crotone e Pescara: nessuna delle due contendenti del Catanzaro ha battuto il Taranto nel girone d’andata. Gli squali si sono fermati sul 2-2 allo “Iacovone”, graziati nei minuti di recupero. Il Pescara, invece, è incappato in una sconfitta per 0-2 in casa, in una prova davvero notevole degli uomini di Capuano in difesa e nelle ripartenze. Insomma, il Catanzaro è avvisato. Il Taranto è una squadra estremamente competitiva, capace di giocare sopra l’effettivo livello della rosa. La speranza è che contro i giallorossi non sia sufficiente.

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Emanuele Mongiardo

4 Commenti

  • Partita tosta. Serve il massimo della concentrazione e della determinazione e serve togliere le vetrate prima delle prossime elezioni che ci avete stancato.

  • Partita tosta???? Ma lo hai già detto per le partite contro il crotone pescara, messina, gelbison, picerno, minterosi, giugliano, latina, monopoli.unica differenza e che prima del 6 a 1 col potenza avevi detto partita tostissima ah ah aha h ridicolo

  • Ogni avversario il solito articolo come questo. Sembra che stiamo per affrontare il PSG della C. Va bene far intendere che si è capisciaturi di giovani promesse, di vecchi volponi, di moduli, di tattiche, della storia del calcio minuto per minuto, ecc. ecc., ma da qui a dipingere il Taranto come quella che non è ce ne passa. Ad ogni modo per non offendere nessuno mi accodo … il Taranto ce ne fa almeno 4.

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