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Trapani Catanzaro 2-1: l’analisi tecnico-tattica

Scritto da Davide Greco

Nel secondo tempo il Catanzaro fa harakiri e cede l’intera posta in palio al Trapani. Una sconfitta che brucia e lascia diversi spunti di riflessione sul prosieguo di stagione

Un Catanzaro dai due volti torna da Trapani con le pive nel sacco. Ad un buon primo tempo non fa eco la ripresa dove si assiste ad una incomprensibile involuzione che al termine dei 90 regolamentari sancisce una sconfitta meritata e dolorosa per la classifica e le ambizioni piò o meno segrete di società e tifoseria.

Il verdetto del campo, al termine del girone d’andata e prima che si recuperi la partita contro la Viterbese, dice che la squadra vista a Trapani non è nella condizione di puntare al vertice della classifica, bensì di ambire ad un buon piazzamento play-off. La vittoria al Cibali rimane una mosca bianca negli scontri diretti con le principali rivali del torneo.

Il primo tempo che non ti aspetti

Mister Italiano ha schierato il consueto 4-3-3 con Pagliarulo e Taugourdeau centrali di difesa più la coppia Costa Ferreira Scrugli ai lati. Centrocampo affidato all’estro del catanzarese Corapi più il duo Toscano Aloi. In avanti gli esterni Dambros e Tulli a supporto della prima punta Evacuo.

Il Trapani si conferma un’ottima squadra, capace di tenere una buona intensità di gioco per tutti i 90 minuti, magari lasciando in alcuni frangenti il pallino del gioco in mano agli avversari, ma comunque conservando sempre un alto livello di pericolosità.

Cosi i giallorossi partono forte e nonostante il pressing alto, riescono a chiudere numerose geometrie di gioco con il fraseggio stretto che premia le doti tecniche di Maita e Iuliano, ma soprattutto la capacità di Kanoutè di non dare punti di riferimento arretrando il proprio raggio d’azione per poi scatenare la propria corsa e fisicità sui corridoi verticali.

Croce e delizia di giornata, Mamadou sembra davvero in palla. Gli scambi con Statella, la capacità di superare l’avversario nello stretto. Il Catanzaro gira forte, molto più forte del Trapani che tenta di fermare la costruzione del gioco con il pressing alto e un uomo fisso su entrambi i centrocampisti giallorossi.

Dopo pochi minuti Kanoutè conquista il penalty e porta meritatamente in vantaggio le aquile. La reazione dei padroni di casa è veemente, ma la retroguardia giallorossa, sia pur con qualche affanno, riesce a contenere le sfuriate di Scrugli e Dambros sulla corsia destra, nonché gli inserimenti sempre pericolosi dell’esperto Evacuo.

Corapi spinge i suoi che aggrediscono la trequarti giallorossa con molti uomini, ma le buone chiusure sulle corsie esterne e qualche recupero di un ispirato Riggio impediscono ai padroni di casa di pervenire al pareggio.

Alla mezz’ora il Trapani avrebbe l’occasione di pareggiare i conti, ma Furlan neutralizza un calcio di rigore con l’aiuto del palo. La condizione di vantaggio gioca tutta a favore del Catanzaro che potrebbe colpire di rimessa, ma i giallorossi peccano d’imprecisione.

Sul finire del primo tempo, le aquile decidono di abbassare i ritmi con il chiaro scopo di andare negli spogliatoi forti dello 0 a 1.

Ripresa incolore e cambi infelici

La ripresa si apre nel migliore dei modi con l’arbitro Sozza che concede il secondo penalty e offre al Catanzaro la ghiotta opportunità di portarsi sul doppio vantaggio. È ancora una volta Kanoutè a procurarsi il rigore per un atterramento in area dopo aver saltato Pagliarulo e Costa Ferreira. Il 17 giallorosso si porta sul dischetto per la seconda volta, ma l’esito non è dei migliori.

Lo scampato pericolo rivitalizza i padroni di casa che iniziano a credere nel pari e confezionano un paio di belle azioni con Evacuo sempre di un soffio in ritardo sulla deviazione vincente. Intorno all’ora di gioco mister Italiano manda in campo Nzola al posto di Tulli e Scognamillo al posto di Toscano.

La mossa si rivela intelligente perché il Trapani non modifica l’assetto tattico ma si ritrova un Nzola esplosivo sulla corsia di competenza del buon Nicoletti, che era stato ammonito pochi minuti prima e soffre vistosamente la prestanza fisica del franco angolese.

Se Nzola rompe gli equilibri a destra, l’ingresso di Scognamillo non è da meno perché consente a Taugourdeau di spingersi in avanti a supporto della manovra offensiva che diventa sempre più ficcante.

Auteri dal canto suo toglie dalla mischia Fischnaller e D’Ursi sostituendoli con Ciccone e Giannone. Con l’ingresso in campo del numero 10, Kanoutè viene spostato sull’out sinistro dove sparisce dalla scena non trovando più la collaborazione di Statella come era stato nella prima frazione di gioco.

Dal possibile doppio vantaggio al pari, la partita cambia completamente aspetto. Il Trapani continua a farsi sempre più intraprendente, mentre il Catanzaro annaspa senza trovare le consuete geometrie di gioco. Auteri decide per un altro doppio cambio, inserendo Eklu e Repossi al posto di Maita e Kanoutè. Per il Catanzaro si fa notte fonda.

Il Trapani fiuta la crescente difficoltà degli ospiti nel costruire gioco e dopo l’uscita di Maita e Kanoutè annienta le velleità offensive giallorosse con la spinta sempre crescente di Costa Ferreira sulla corsia destra dove i padroni di casa hanno portato gli uomini migliori. Favalli e Nicoletti sono in balia degli avversari.

Senza un’idea a centrocampo, senza mordente in attacco e con gli esterni avversari che girano al doppio della velocità, il Catanzaro subisce il secondo gol e chiude mestamente i secondi quarantacinque minuti di gioco con il magro bottino di 4 gialli, 2 gol subiti e 1 rigore sbagliato. Tutto quello che poteva andare storto è andato storto. Peggio di cosi…

L’harakiri tattico di Auteri

La partita si è decisa al 60esimo quando Auteri ha sostituito D’Ursi e Fishnaller con Ciccone e Giannone. Simultaneamente Italiano ha inserito Nzola e Scognamllo aggredendo il nostro lato debole e spostando sulla mediana un centrocampista di qualità come Taugourdeau, mentre il Catanzaro da lì a poco avrebbe fatto a meno anche di Maita nella zona nevralgica del campo

Fino a quel momento l’unico dei giallorossi a rendersi veramente pericoloso era stato il buon Kanoutè che sulla corsia destra aveva sempre messo in difficoltà la retroguardia del Trapani con l’aiuto di Statella e Celiento più gli inserimenti di D’Ursi e Iuliano.

Venendo meno Kanoutè, con Giannone ad agire defilato a destra sulla linea della trequarti e il giovane Repossi a metterci un po’ di corsa, il Trapani ha avuto vita facile. Anzi, non ha corso alcun pericolo nei restanti 20 minuti finali.

Se la sostituzione di D’Ursi con Ciccone poteva avere un senso, volendo poteva essere decisa già nel primo tempo, quanto meno per dare noia a Corapi che era sempre libero di impostare la manovra senza opposizione alcuna, appare davvero strano il cambio di Fishnaller con Giannone.

Con l’ingresso del numero 10 giallorosso il tridente è stato riposizionato e Kanoutè è finito sulla corsia sinistra dove è letteralmente sparito dal gioco, mentre Giannone a destra non è mai riuscito a portarsi sul fondo risultando ininfluente per la manovra offensiva.

A distanza di pochi minuti dal pari subito e senza aver avuto il tempo di riordinare le idee, Auteri toglie Maita per Eklu e Kanoutè per Repossi. Frittata doveva essere e frittata è stata. L’attacco giallorosso è diventato del tutto evanescente, mentre a centrocampo si è cercato solo di fare filtro ma inutilmente. Il Trapani ha continuato a spingere e ha trovato anche il secondo gol che ha di fatto chiuso la partita già al 73°esimo minuto.

A bocce ferme, rivedendo il film della partita, si sarebbero potute fare altre scelte, magari rinunciando al tridente per un difensore in più o quanto meno si sarebbe potuto rinforzare la mediana. Certo c’era da cambiare modulo, ma sarà mica un delitto nel calcio adattarsi alle cangianti necessità?

Non è dato sapere se i cambi siano stati obbligati da precarie condizioni fisiche, ma il risultato è che il Catanzaro si è ritrovato con le polveri bagnate e una sconfitta che brucia perché apre gli occhi sulla reale forza dell’organico giallorosso.

Cosa è lecito attendersi in futuro?

Per essere una grande squadra bisogna avere tanta qualità, ma anche la predisposizione ad apportare taluni accorgimenti tattici oggi non attuabili oppure volutamente ignorati. Partite come quella di Trapani rimarcano, qualora ce ne fosse bisogno, la necessità di completare ad esempio la linea di difesa.

Il Catanzaro ha fin qui sofferto l’assenza di Pambianchi e si ritrova oggi con un Signorini a mezzo servizio e un Figliomeni non sempre al 100%. Avere a disposizione l’intero reparto arretrato sarebbe già un bel passo in avanti, ma probabilmente questo potrebbe non bastare quando la forza degli avversari è un mix di compattezza del reparto arretrato, di qualità del centrocampo e di buone doti offensive.

A centrocampo siamo Maita dipendenti? Domanda da mille e una notte. Quando il capitano finisce per incappare in giornate in chiaro-scuro soffriamo la mancanza di fantasia, risultiamo più prevedibili e meno padroni della mediana. In un big match ci vuole poco a cambiare gli equilibri, ma rinunciare a Maita per tenere in piedi un tridente leggero è apparsa una scelta bizzarra.

La prolungata assenza di Derisio non lascia molte possibilità di scelta sui giocatori da mandare in campo, ma appare fin troppo evidentemente che la coppia Eklu Iuliano difficilmente può reggere l’urto di una mediana avversaria di qualità come quella vista oggi.

Infine l’attacco. La tipicità del modulo di Auteri ha fatto sì che quasi tutta la rosa sia andata in gol e a ben guardare sono stati tutti utili, anche un giocatore come Infantino che non ha superato i 180 minuti di gioco con il suo unico gol ha deciso il derby contro la Reggina.

Altri come D’Ursi sono emersi alla distanza, mentre uno come Giannone che soffre i campi pesanti da qualche tempo lo vediamo partire dalla panchina. Ciccone e Fischnaller vanno o sono andati a corrente alternata. Il solo Kanoutè si è dimostrato in costante crescita e incisivo. Fra gli under Repossi è quello che ha avuto più chances di mettersi in mostra, mentre alcuni hanno giocato solo scampoli di partita.

Nel pieno rispetto dell’idea di Auteri secondo il quale non ci sono titolari fissi, al netto di infortuni e squalifiche, quello che traspare è la mancanza di una base solida su cui poter contare per tutto l’arco del campionato.

Le ambizioni di alta classifica vanno riviste in ottica mercato, magari operando scelte coraggiose.

 

Autore

Davide Greco

9 Commenti

  • La partita col Trapani è stata esemplare. La squadra ha corsa, geometrie e determinazione ma, al cospetto di avversari di livello, manca di esperienza (nel senso di gestione della gara e di lettura e adattamento rispetto alle varie fasi dell’incontro) e di pragmatismo (capitalizzare le poche occasioni che capitano nei match in cui c’è grande equilibrio). C’è comunque da essere ottimisti perché, considerata la rifondazione quasi totale, moltissimo è stato fatto e perchè queste considerazioni sono state espresse sia da Auteri che da Logiudice in momenti diversi. A chi è competente il compito di individuare i correttivi. Per il resto, l’analisi tattica, come di consueto puntualissima, restituisce una lettura della gara più completa. Rimane, a mio giudizio, una direzione arbitrale poco lucida che però è solo uno dei tanti elementi da prendere in considerazione.

    • penso proprio di si, questa sconfitta in fondo in fondo potrebbe essere utile non alla classifica purtroppo ma su quello che ci sarà da fare in futuro.

  • Concodo in pieno con l’analisi, oltre l’arbitro e la sfortuna, bisogna essere più accorti nel fare i cambi e la seconda volta che si sbagliano e paghiamo dazio. repossi perchè deve entrare a tutti i costi? perchè non cambiare atteggiamento tattico durante la partita per portare a casa il risultato?Purtroppo, credo che la partita perfetta che è stata disputata a catania non si farà più, se non si cambia atteggiamento mentale. Saprà sicuramente il mister trovare le giuste misure. Solo con le nostre forze senza l’aiuto che altre squadre stanno avendo, possiamo combattere lo strapotere della federazione e degli arbitri xhe ci vogliono affossare.

  • disamina perfetta … la personalità non si compra ( vedi partite trapani . casertana ,) tocca alla società fare scelte coraggiose in sede di mercato altrimenti faremo campionato buono ( tra le prime 5 ) con partite come catania nelle nostre corde ….. dimenticavo troppi infortuni ( signorini si è fatto male come infantino nel riscaldamento) …… a buon intenditor poche parole… a questo aggiungiamo i tanti ammoniti …… facciano il punto e facciano scelte coraggiose che permetterebbero campionato di vertice …. altrimenti accontentiamoci e aspettiamo un altro anno????

  • Buongiorno a tutti. A mio parere bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. Io vedo una squadra che gioca per vincere, e se vince gioca per segnare ancora. Sono pienamente soddisfatto dello spirito della squadra. Penso e spero che ne esca qualcosa di buono (vittoria nel girone o vittoria ai playoff), ma in qualunque caso sono sempre partite giocate al massimo delle possibilità.Altra cosa positiva giocano tutti i giocatori, non ci sono titolari, o, meglio, sono tutti titolari.
    Considerando che siamo una squadra veloce che si esprime bene sui campi asciutti penso che per fine campionato possiamo sperare bene!
    Io penso che la serie B sia la serie giusta per la squadra e la sua tifoseria, formata anche da tanti calabresi sparsi per il mondo.
    Credo che le critiche al mister siano fuori luogo. Le partite che ho visto sono state piacevoli, sfrontate, entusiasmanti e rischiose. E’ vero, se attacchi a testa bassa rischi dietro, ma chi non risica non rosica, e soprattutto il calcio dev’essere spettacolo.
    Poi quanto torniamo in serie A giochiamo come insegnava Mazzone (o Rocco): primo non prenderle.
    Auguro Buon Anno alla squadra nella sua interezza, a tutti i tifosi e amici sparsi per il mondo.

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