Catanzaro News

Tutti i momenti decisivi della stagione del Catanzaro

Scritto da Emanuele Mongiardo

Riviviamo insieme, nel racconto di Emanuele Mongiardo, le sliding doors di questo incredibile campionato giallorosso

Cosa si prova a vincere un campionato prima ancora che sia iniziata la primavera? È difficile dirlo, lo capiremo per davvero durante queste settimane, quando le partite saranno solo il rumore di sottofondo di una grande festa. Ciò che sappiamo di sicuro, è che la tensione a Catanzaro è svanita da un po’, da ben prima della celebrazione del Ceravolo di fronte al Pescara. Già contro il Crotone, poco ci importava del risultato dello Scida. Quattordici punti erano un distacco rassicurante e le parole di Zauli lasciavano presagire che agli squali la partita interessasse più per una questione d’orgoglio, che non per una reale speranza di riaprire il campionato. Così, nemmeno il gol di Mogos aveva potuto smuoverci. Questa inedita sensazione di imperturbabilità, è diventata tangibile nella domenica di San Giuseppe, quando ha preso corpo negli Autogrill bardati di giallorosso, da Tarsia fino a Sala Consilina, mentre la carovana di tifosi delle aquile si spostava verso l’Arechi. Nemmeno quando negli ultimi minuti di Gelbison-Catanzaro Infantino conquistava punizioni su punizioni – puntualmente sprecate dall’ex Crotone Caccavallo – qualcuno riusciva a pensare al peggio. Dagli spalti piovevano fischi, ma era solo eccesso di zelo: la mistica, per una volta, era dalla nostra parte. Quelle punizioni avrebbero potuto calciarle anche Gelli dell’Albinoleffe o Chiricò con la maglia del Padova, non avremmo mai subito gol.

Se abbiamo raggiunto un tale livello di serenità, però, è perché di tensione ne abbiamo accumulata, e tanta, durante tutto il corso della stagione. È vero, la squadra non ha mai dubitato di sé ed ha spinto dall’inizio sull’acceleratore. Di insidie ce ne sono state, di partita in partita. Attimi in cui, dopo anni di delusioni, ci chiedevamo solo dove fosse la fregatura, convinti che da un momento all’altro qualche oscuro mestierante di Serie C sarebbe arrivato a svegliarci dal sogno. Questo pezzo, allora, vuole raccogliere tutti i punti di inflessione della stagione del Catanzaro, momenti in cui magari la vittoria era appesa a un filo, o dove il rischio di ridare scia al Crotone era concreto, e che ci hanno fatto arrivare stremati a fine partita ma più consapevoli che mai della nostra forza.

15/10/2022, Catanzaro-Viterbese, Cianci e Curcio dalla panchina

Alle 14:30 del quindici ottobre, il Catanzaro e i suoi tifosi hanno da poco finito di pranzare e si preparano per raggiungere il Ceravolo, dove alle 17:30 sarebbe andato in scena l’ottavo turno del girone d’andata. I giallorossi erano partiti alla grande, con sei vittorie nelle prime sette gare. Per gli avversari ogni partita rischiava di finire in goleada. Quel pomeriggio, però, era un po’ più particolare degli altri. Le 14:30, infatti, è l’orario in cui scende in campo il Crotone, appaiato alle aquile in classifica. Foggia, sulla carta, è una delle trasferte più insidiose per chiunque, ma i rossoneri sono reduci da un inizio di stagione disastroso ed hanno appena cambiato allenatore. Contro un avversario in forma come il Crotone, sembravano esserci poche speranze per i satanelli. Invece, complice il terreno di gioco brullo, il Foggia prende coraggio e, addirittura, segna l’1-0 grazie a un’uscita avventata di Branduani, portiere nuovo di zecca dei pitagorici, che a luglio era stato lavato dal peccato di aver vestito la maglia del Catanzaro. Quando i tifosi iniziano ad assieparsi nei pressi del Ceravolo, il Foggia è ancora davanti. Dopo un recupero che sembra infinito, per il Crotone arriva la prima sconfitta. Il Catanzaro, battendo la Viterbese in casa, potrebbe mettere un primo mattoncino tra sé e la concorrenza.

La partita si apre come meglio non potrebbe, perché Sounas segna il vantaggio dopo una manciata di secondi. L’esito del confronto sembra già scritto, perché la Viterbese fatica a superare il centrocampo. Poi, però, il Catanzaro inizia a tentennare con la palla. Il colpo del k.o. non arriva, così alla mezz’ora succede il disastro: Martinelli torna al 2019, commette una leggerezza in fase di costruzione, non si avvede dell’arrivo di Marotta e gli regala palla nella propria area. Polidori, servito a porta vuota, prima si fa bloccare il tiro da Vandeputte, poi, sulla respinta, pareggia. È un momento interlocutorio per il Catanzaro. Manca ancora una partita intera, ma il gioco non è fluido e la Viterbese regge bene. Poi, a dieci minuti dall’inizio della ripresa, il pubblico del Ceravolo rimane gelato: su un calcio d’angolo per gli ospiti, la palla viene respinta ai venticinque metri sui piedi di tale Monteagudo, difensore centrale che non si era preso nemmeno la briga di salire per il corner. Monteagudo non lascia neanche rimbalzare la palla, forse chiude gli occhi, colpisce di pieno collo destro e disegna una parabola che finisce sotto l’incrocio del secondo palo. Un gol da Shaolin Soccer, più che da Serie C, che ridesta i fantasmi del passato. «Questa squadra è maledetta, non c’è niente da fare», pensa più di qualcuno. Quello che doveva essere un pomeriggio di gioia, si sta trasformando in un incubo: possibile sentire il peso di una partita già ad ottobre? A quel punto, non si trattava nemmeno di creare distacco sul Crotone, ma semplicemente di raddrizzare una situazione che avrebbe potuto pesare dal punto di vista emotivo.

Vivarini, per fortuna, legge bene la svolta della gara. In conferenza stampa, ha sempre elogiato chi parte dalla panchina: chi entra è fondamentale per portare la partita a casa, ha ripetuto come un mantra già da inizio settembre. Così, spedisce in campo Cianci e Pontisso, alzando il livello fisico del Catanzaro. A loro, aggiunge anche Curcio, sperando di trovare un colpo di classe estemporaneo. Pian piano, il Catanzaro riprende a intimidire la Viterbese, che si accalca negli ultimi sedici metri. Il pari arriva al 60’, con Cianci che ribadisce in rete dopo un colpo di reni di Fumagalli e un rimbalzo fortunato sulla traversa, che ci fa capire che forse, per una volta, non siamo tanto maledetti. A mezz’ora dal termine, lo stadio inizia a ruggire e tutti credono alla vittoria. C’è da superare però un ultimo ostacolo: Ermanno Fumagalli. Tra qualche anno, ci sarà ancora chi ricorderà l’incredibile prestazione del portiere gialloblù quel pomeriggio: la parata con la mano di richiamo su un’altra incornata di Cianci, il colpo di testa di Iemmello tolto dalla linea di porta, la respinta di piedi su Bombagi, il riflesso sul rasoterra incrociato di Curcio. A cinque minuti dalla fine, però, Vandeputte calibra un cross a media altezza. Curcio, di certo non uno specialista, nonostante la marcatura stretta, in torsione riesce a toccare la sfera. Stavolta Fumagalli non la vede nemmeno partire e può solo cadere a terra mentre la palla entra in rete. Sulle gradinate si rischia seriamente di volare qualche fila più avanti tanto è il fomento del Ceravolo. È il primo chiaro segnale che forse questa è davvero la volta buona.

18/10/2022, Monopoli-Catanzaro 0-1, il salvataggio di Martinelli

Il secondo segnale, arriva appena tre giorni dopo, in una delle trasferte tradizionalmente più ostiche per i giallorossi, quella di Monopoli. Lì, lo scorso anno, i ragazzi di Vivarini avevano lasciato ogni speranza di promozione diretta nella corsa col Bari, traditi da un campo zuppo di pioggia. Non che il prato del Vito Veneziani all’asciutto sia troppo migliore, perché i rimbalzi restano irregolari ed è difficile giocare palla a terra.

Come da pronostico, è una partita sporca, bloccata a centrocampo, dove non sembrano esserci spazi da nessuna delle due parti. Verso la fine del primo tempo, però, ci pensa Vandeputte a segnare l’1-0. Il belga, da inizio stagione, sta giocando soprattutto a destra, a piede naturale, per via degli acciacchi di Situm. Il cambio di corsia, però, è un problema relativo, perché Vandeputte usa il sinistro bene quasi quanto il destro. Così, per una volta inverte la sua soluzione classica: dalla destra converge sul sinistro e col piede debole batte l’ex Nocchi con un rasoterra sul primo palo.

È l’unico acuto in una partita giocata davvero a ranghi serrati, dove il Catanzaro sa che per una volta, di fronte a un rivale tanto insidioso, è bene accontentarsi del minimo scarto. La partita sembra incanalata verso l’1-0: Iemmello si arrabbia con Biasci per qualche contropiede sprecato e il Monopoli, da par suo, non ha idea di come attaccare. Al 90’, però, Viteritti fa partire un cross lento, che Starita lascia rimbalzare, prendendo controtempo Katseris, che stringe troppo la diagonale e lascia libero l’altro esterno Pinto. Il tiro di quest’ultimo arriva al centro dell’area tra i piedi di Fella, con lo specchio della porta aperto. Fella calcia, supera Fulignati, ma ecco che alle sue spalle apre il piattone Martinelli, che riscatta il gol regalato alla Viterbese.

La redenzione di Martinelli, in tutti questi anni, è stata un po’ la redenzione del Catanzaro. Arrivato come difensore con i piedi da regista, nei primi mesi le sue licenze col pallone erano costate caro ai giallorossi. In pochi, dopo la prima stagione, avrebbero scommesso su un suo futuro da pilastro di questa squadra. Con Calabro prima e con Vivarini poi, Martinelli ha saputo diventare un giocatore sempre più solido e affidabile, senza rinunciare alle sue qualità coi piedi.

Subire il pari dal Monopoli al 90’ avrebbe restituito grande euforia al Crotone. Euforia che, per qualche secondo, aveva invaso le tribune dello Scida, visto che diretta.it non aveva tenuto conto di Martinelli e aveva segnalato il gol dell’1-1.

30/10/2022 e 06/11/2022, Avellino-Catanzaro e Catanzaro-Crotone, i conti in sospeso di Iemmello

Avellino-Catanzaro e Catanzaro-Crotone fanno parte dello stesso segmento narrativo: la prima serve a far luce sulla seconda, che ne è diretta conseguenza, non è possibile dargli senso se prese l’una divisa dall’altra. Ad Avellino il Catanzaro ci arriva col vento in poppa, in uno stadio di grande tradizione, dove il pubblico di casa torna a farsi sentire, rinvigorito dal ritorno di Massimo Rastelli, condottiero dell’ultima promozione in Serie B.

I giallorossi partono a mille, dopo dieci minuti sono già in vantaggio per 2-0. Nel secondo tempo, però, i ragazzi di Vivarini abbassano il ritmo, l’Avellino si dimostra squadra di livello più alto dal punto di vista atletico e aumenta la pressione. Il Partenio è infervorato, il fattore casa si fa sentire e così Gambale dimezza le distanze. Per la prima volta in stagione, il Catanzaro perde il controllo del contesto. Il pari è solo una naturale conseguenza: lo segna l’ex Kanouté sul secondo palo, dopo che il Catanzaro a fatica aveva difeso i calci piazzati dei lupi irpini.

Da lì in poi, anche la baldanza dell’Avellino scema. Il Catanzaro riprende a respirare e Cianci dalla panchina trova persino la svolta. L’attaccante barese fa a sportellate in area e, all’ultimo minuto, si becca una gomitata che spinge l’arbitro ad assegnare il rigore al Catanzaro. Sul dischetto si presenta Iemmello, che già l’anno scorso non si era dimostrato infallibile. Iemmello calcia male e Pane, portiere quarantenne proprio come Fumagalli, respinge. Negli stessi istanti, diretta.it segnala il gol dell’1-1 del Picerno a Crotone: la palla effettivamente è entrata in porta, ma l’arbitro aveva fischiato un dubbio fallo in attacco. Ci era stato reso lo stesso scherzo fatto ai tifosi rossoblu durante Monopoli-Catanzaro.

A questo punto, occorre spendere qualche rigo per parlare di Pietro Iemmello. «Nto campu passija», «si mangia i gol», «ma a che ci serve?», sono stati alcuni dei commenti più inflazionati dopo il rigore di Avellino. Sul luogo comune di Iemmello che cammina in campo, è doveroso fare un’osservazione. Si tratta di un attaccante di grande intelligenza, che ama partecipare al gioco e che legge meglio di chiunque, a questi livelli, gli spazi in cui rendersi utile. Per farlo, però, a volte ha bisogno di defilarsi per studiare la situazione e capire dove intervenire. Non sarà uno sgobbone, ma non è vero che passeggia: per giocare in un certo modo, occorre saper andare un po’ più piano, senza scadere nella retorica del calciatore che suda e sputa sangue. Iemmello chiuderà la stagione da capocannoniere, ma i gol sono solo la superficie di un gioco molto più sfaccettato, le cui pause, anche con la palla, sono connaturate.

Per l’attaccante di Murano, però, parlano i risultati, non ha bisogno di articoli in sua difesa. Ciò che è interessante da analizzare, è il lato caratteriale del suo gioco. Da buon calabrese, Iemmello i torti e le cattiverie se li lega al dito. Devono essergli arrivati sott’occhio molti dei commenti dei tifosi catanzaresi dopo il Partenio. Così, su Instagram invita tutti a venire allo stadio in occasione del derby: dal canto suo promette di farci divertire.

Si è dimostrato uomo di parola, lo Zar, che già dopo pochi secondi fa ammattire Golemic con una finta che lo lascia di sale. I suoi conti con i critici, li chiude a fine primo tempo, quando sorprende tutti sul primo palo e segna l’1-0. Quelli con gli avversari, invece, verso la fine della gara, quando risponde per le rime alle provocazioni della panchina rossoblu. Anche il Crotone era finito sulla lista nera di Iemmello. Il loro nome, se l’era segnato quest’estate, dopo l’episodio della lavanda di Branduani: anche lì, Pietro, aveva scelto di rispondere su Instagram, con quel vecchio striscione bianco che gli UC avevano dedicato ai crotonesi. Iemmello, evidentemente, ha bisogno di motivazioni extra per rendere al meglio. In un certo senso, trovare dei “nemici” gli fa bene, lo aiuta a focalizzarsi su un obiettivo. È stato così con la doppietta nel giorno del suo ritorno a Foggia lo scorso anno, e dev’essere stato così anche contro il Cerignola, con l’esultanza in cui aveva mostrato gli huevos: a suo dire si trattava di una scommessa con Foresti; non ci sorprenderebbe se, in realtà, ce l’avesse avuta con qualche allenatore dei distinti, critico verso la sua attitudine in quella partita.

13/11/2022, Monterosi Tuscia-Catanzaro 0-1, il ritorno di Lito Fazio

L’eredità di Catanzaro-Crotone è una serie di squalifiche che falcidia la squadra in vista della trasferta col Monterosi. Oltre a Iemmello per via del diverbio con Vrenna Jr, saltano il turno successivo anche Biasci, Vandeputte e Brighenti. Insomma, per la prima volta Vivarini si trova in emergenza. Curcio e Cianci, in teoria, sono delle ottime alternative alla coppia di titolari. Il problema è che Cianci, generoso fino all’ultima stilla di sudore, prende una brutta botta in testa su un contrasto e dopo pochi minuti è costretto ad uscire, quasi tra le lacrime. Al suo posto entra Bombagi: il Catanzaro, difatti, gioca senza punte. Su un terreno di gioco accidentato – quello di Viterbo, dove sarebbe arrivata l’unica sconfitta stagionale – la tecnica di Bombagi e Curcio è penalizzata. Contro un avversario votato solo alla fase difensiva, senza i suoi uomini migliori e su un campo ostile, per i giallorossi creare occasioni da gol sembra un miraggio. Ci vorrebbe un episodio estemporaneo: è così che ad inizio secondo tempo entra in gioco Lito Fazio.

Fino a quel giorno, tra campionato e Coppa Italia, il difensore messinese non aveva giocato nemmeno un minuto. Fazio è stato una colonna portante dell’ultimo ciclo del Catanzaro, da subito idolo dei tifosi con le sue fattezze alla Danny Trejo e quel modo coraggioso di difendere la propria porta, da centrale argentino, per tenere fede alle sue origini. Dopo l’operazione di giugno, però, Vivarini lo aveva fatto recuperare con calma, senza mai rischiarlo. Brighenti, oltretutto, si era dimostrato acquisto formidabile, fuori categoria. Col Monterosi, però, non solo Fazio guida la difesa senza sforzo, ma si incarica anche di risolvere la partita: su calcio d’angolo dalla sinistra, Scognamillo fa la sponda sul secondo palo e serve proprio il numero tredici, che di testa, a sua volta, segna il gol vittoria. Vincere col Monterosi era cruciale per non ridare subito animo al Crotone. Farlo in condizioni di emergenza simili è stato la prima grande prova di forza del Catanzaro.

27/11/2022, Pescara-Catanzaro 0-3, la squadra più forte della Serie C

Vittoria dopo vittoria, si arriva al secondo big match della stagione, quello col Pescara. Il trasferimento degli abruzzesi dal girone B a quello meridionale per via delle esclusioni di Teramo e Campobasso, aveva destato qualche preoccupazione in estate: non solo il Crotone, anche un’altro difficile ostacolo nella lotta per la promozione diretta. Il Pescara è una squadra sì piena di giovani, ma con tanti giocatori di assoluto valore per la categoria. In più, li allena Alberto Colombo, tecnico che lo scorso anno aveva saputo mettere in grave difficoltà la squadra di Vivarini col suo Monopoli, anche quando il Catanzaro era riuscito a spuntarla. Il Pescara, alla vigilia della gara, era secondo in classifica. Si trattava di un avversario di certo più offensivo del Crotone: come si sarebbero comportati i giallorossi?

La risposta arriva dopo cinque minuti: Vandeputte punta l’uomo sul lato corto dell’area, va sul sinistro e crossa verso il secondo palo; Situm taglia davanti al difensore e di testa non lascia scampo a Plizzari. Vivarini aggiunge il gol a quinto a quinto – un classico di allenatori come Conte e Gasperini – al suo già voluminoso playbook. Conquistato il vantaggio, il Catanzaro non domina come al solito, ma non concede nulla ai biancoazzuri. Poi, nel secondo tempo, Martinelli sbatte il pugno sul tavolo con una doppietta e Fulignati si toglie lo sfizio di parare un rigore. È una prova di forza disarmante, una prestazione che ripaga una cornice di pubblico meravigliosa, forse la più bella di tutta la stagione: la sciarpata a fine secondo tempo, col cielo di Pescara che volge al tramonto, è già patrimonio di qualsiasi tifoso catanzarese, che fosse o meno all’Adriatico. Le ore successive a quella partita, sono state una sospensione delle nostre vite. L’investimento emotivo che abbiamo fatto sul calcio ci aveva ripagato in pieno. Per una volta, i problemi del quotidiano erano scomparsi e sicuramente quella vittoria avrebbe aiutato ad affrontarli meglio la mattina dopo.

Il Pescara, invece, ne era uscito frastornato, scalfito nella propria fiducia. Gli abruzzesi avrebbero subito un crollo verticale, che avrebbe condotto addirittura all’esonero di Colombo. Un avversario in meno nella corsa alla Serie B.

23/12/2022, Picerno-Catanzaro 0-1, San Pietro da Bari Vecchia

Arrivati al giro di boa, il distacco tra Catanzaro e Crotone era di appena sei punti. Il girone di andata ci aveva raccontato di due squadre fortissime, fuori categoria, che a volte sembravano vincere per inerzia. Con diciannove gare ancora a disposizione, ai pitagorici sarebbe bastato un minimo errore dei rivali per fargli sentire il fiato sul collo. Tra dicembre e gennaio, ci chiedevamo tutti chi avesse più cartucce ancora da sparare. È più stancante provare ad allungare o inseguire? Difficile dare una risposta in senso assoluto. Di certo, esistono giornate di calendario più o meno favorevoli, dove magari è comprensibile farsi recuperare dei punti da un avversario tanto forte.

Il turno in cui forse era più probabile perdere punti era il primo del girone di ritorno. Il Crotone ospitava il Messina, ultimo in classifica. Qualche ora prima della gara, senza preavviso, Auteri aveva rassegnato le dimissioni dalla panchina giallorossa: i peloritani, difatti, si presentavano allo Scida senza un allenatore. La vittoria del Crotone, viste le premesse, era più che scontata. Il Catanzaro, invece, doveva affrontare la scomoda trasferta di Picerno. Troppi segnali cospiravano contro i giallorossi: dopo tante vittorie consecutive, prima o poi avrebbe dovuto arrivare un pareggio; i lucani all’andata, nonostante il risultato finale, avevano messo in difficoltà i giallorossi; il loro allenatore, Emilio Longo, tutt’oggi sembra destinato ad altre categorie. Soprattutto, le aquile incontravano uno dei loro più grandi nemici in epoca moderna: un terreno di gioco stretto ed in sintetico. Era il giorno dell’antivigilia di Natale, dopodiché ci sarebbe stata una cesura di due settimane. Andare in vacanza con il Crotone a meno quattro e con tanti giorni in cui i dubbi avrebbero potuto insinuarsi nella testa dei giocatori, era estremamente rischioso.

Lo svolgimento della gara, lascia presagire il peggior scenario possibile. Le occasioni latitano, far viaggiare la palla in così poco spazio è un’impresa. Più passano i minuti, più per i tifosi diventa grande il rimpianto per la clamorosa occasione divorata da Verna a fine primo tempo. Inesorabile, intanto, arriva il vantaggio del Crotone contro il Messina.

Al 70’ il Picerno avrebbe pure l’occasione per vincere, ma Gerardi, dal cuore dell’area, calcia fuori misura. Serve qualcosa di diverso per provare a portarla a casa. Quel qualcosa di diverso, come con la Viterbese, è Pietro Cianci. Due minuti dopo l’errore di Gerardi, il Catanzaro riesce a ribaltare il campo e ad andare da Vandeputte sulla sinistra. Il belga rientra sul destro e crossa a rientrare verso il secondo palo.

Max Allegri ha costruito il suo personaggio intorno alla narrazione del saper vincere col minimo scarto. Molte delle vittorie della sua Juventus per 1-0, arrivavano con traversoni sul secondo palo dove Mario Mandzukic, punta di un metro e novanta convertita in ala, faceva valere il mismatch fisico sui malcapitati terzini. Vivarini non è di certo un seguace di Allegri e Cianci non gioca ala come Mandzukic. In quell’occasione, però, l’attaccante di Bari Vecchia si apposta sul lato debole, sovrasta un difensore più basso di lui e incorna di testa. Il portiere, con un miracolo, riesce a respingere, ma Cianci sulla ribattuta è ancora là e corregge in rete. Un gol pesantissimo, inatteso a quel punto della partita, celebrato con una corsa a perdifiato verso il settore ospiti. Nessun tifoso avrebbe desiderato un regalo di Natale migliore.

22/01/2023, Catanzaro-Audace Cerignola, la donazione di Costantino

Picerno-Catanzaro aveva dato inizio a una serie di gare vinte dai giallorossi per 1-0: un rigore a inizio partita di Iemmello, discusso più del dovuto, era bastato a superare il Taranto; contro il Latina c’era stato qualche brivido di troppo, ma Biasci aveva comunque ipotecato i tre punti. Da qualche giornata, il Catanzaro non era più la squadra capace di triturare gli avversari a suon di gol: che stessimo sentendo la pressione del Crotone?

Qualche preoccupazione, forse, iniziava a montare. Ad aspettare il Catanzaro, infatti, c’era l’Audace Cerignola rivelazione del campionato, una delle poche squadre capaci di fermare i giallorossi nel girone d’andata. A impensierire i tifosi, poi, c’era anche il terreno di gioco, acquitrinoso per via della pioggia, con vere e proprie pozzanghere nei pressi della palazzina. L’apprensione, però, era tutta dei tifosi. Giocatori e staff tecnico di remore, nella loro testa, non ne hanno mai avute. La proposta di gioco del Catanzaro, quel giorno, non risente nemmeno dell’acqua che rallenta il pallone. Si costruisce lo stesso palla a terra, e il gol dell’1-0 di Biasci, rifinito da uno sfortunato rimpallo tra i difensori pugliesi, nasce da una meravigliosa combinazione nello stretto sul limite dell’area tra Sounas, Iemmello e Ghion. Difficile dire quale sia stata la prestazione migliore del Catanzaro. Per picchi nella manovra, condizioni del prato, avversario e momento della stagione, però, la vittoria sul Cerignola si candida sicuramente alle prime posizioni.

Dopo il gol di Biasci, ne sarebbero arrivati altri tre, per il 4-0 finale. La vera festa, però, parte a recupero inoltrato del secondo tempo. Le notifiche di app dei risultati iniziano ad infestare i cellulari di chi è al Ceravolo: il Monterosi, al 92’, ha pareggiato contro il Crotone, i punti di distacco adesso sono otto. Lo stadio è una bolgia, se ne accorge anche Fulignati, che inizia ad esultare con i raccattapalle e lo comunica ai compagni. Nonostante il tempaccio, i minuti successivi al fischio finale sono tra i più belli e spensierati della stagione. Cantare “la capolista se ne va” inizia ad avere senso.

05/02/2023, Catanzaro-Fidelis Andria, l’attesa del lunedì sera

La domenica di Catanzaro-Fidelis Andria le temperature sono a dir poco rigide, forse si tratta della giornata più fredda dell’anno. Nei pressi del Ceravolo, però, il clima è differente, nell’aria si percepisce più euforia del solito. Sarà per la curiosità di vedere il neo acquisto Brignola da titolare, sarà per quell’insolito nevischio che raggiunge la città spinto dal vento della Sila, sarà per la novità della tribuna senza barriere, che con la gente ammucchiata a ridosso del campo e i piloni offre davvero un colpo d’occhio da calcio inglese ante-Premier League. Probabilmente, però, il pubblico vive l’attesa con più fermento perché sa che può essere una giornata decisiva. Mentre il Catanzaro accoglie una Fidelis Andria in crisi nera, la sera del lunedì il Crotone è impegnato nell’impervia trasferta di Avellino. I biancoverdi hanno completato un ottimo mercato di riparazione, con due centrocampisti di qualità come Mazzocco e Sonny D’Angelo e un attaccante dal grande passato in Serie B come Michele Marconi. I tifosi giallorossi sanno quanto sia difficile giocare al Partenio: se il Catanzaro fa il suo dovere, c’è la concreta possibilità di dare uno strappo decisivo al campionato.

La Fidelis parte anche bene a inizio gara, ma intorno alla mezz’ora, in mischia, Scognamillo anticipa il portiere e a porta in vantaggio i suoi. Da lì in poi, l’attesa per il 2-0 diventa snervante. È incredibile la quantità di occasioni divorate dal Catanzaro in quel frangente: due di Iemmello a tu per tu col portiere, senza alcun disturbo; una di Pontisso dal dischetto; una di Biasci a porta vuota dal limite dell’area. Di quante palle gol avremo ancora bisogno per raddoppiare? Per fortuna, all’ora di gioco, un tiro al volo di Pontisso colpisce la mano di un difensore. È calcio di rigore, trasformato da Iemmello. La mezz’ora finale è pura accademia, dove forse ci accorgiamo davvero di quanto forte debba essere Ghion per tenere in panchina un centrocampista con le qualità di Pontisso, autore di una prova straordinaria tra cambi gioco, verticalizzazioni e percussioni palla al piede.

Chiusa anche questa pratica per 4-0, la vera festa inizia lunedì sera, quando per novanta minuti Trotta ritorna un giocatore da Serie A e Fabio Tito, capace di far impazzire Chiricò, diventa l’idolo di tutta Catanzaro. Il Crotone perde 3-1 nel gelo di Avellino. Inizia ufficialmente il conto alla rovescia verso la promozione.

19/02/2023, Catanzaro-Monopoli, come ci comporteremo dopo una sconfitta?

Quando la Serie B sembrava poter arrivare col pilota automatico, però, il Catanzaro era incappato nel primo stop. Una sconfitta inaspettata in casa della Viterbese, per mano dell’ex Cristian Riggio. Qualche gol mangiato di troppo, come al solito, ma in generale una prova sottotono dei giallorossi, condizionati forse dall’ennesimo campo pieno di solchi e asperità varie. Quel passo falso doveva aver ridato morale anche al Crotone, che aveva scelto di sostituire Lerda con Zauli: che credessero davvero all’impresa? Soprattutto, come avrebbe reagito il Catanzaro alla prima sconfitta? Sarebbe subentrato qualcosa nell’inconscio dei giocatori?

Niente affatto: semplicemente, nel calcio è quasi impossibile mantenere una striscia di risultati immacolata. Forse, da fuori, ci eravamo abituati troppo bene e non avevamo razionalizzato abbastanza. I giocatori, però, per fortuna lo avevano fatto e dopo trenta secondi, col Monopoli, Iemmello aveva già segnato l’1-0. La fascia sotto la palazzina, nel frattempo, è diventata un campo di beach soccer, ma ai ragazzi di Vivarini va bene così. Vandeputte dimostra di aver imparato pure a colpire di testa (c’è qualcosa che non sappia fare?), Biasci segna il 3-0 quando ancora qualcuno, dopo l’intervallo, deve riprendere il proprio posto sugli spalti. Il 4-0, invece, è il gol più bello di tutta la stagione a livello corale: un’azione sviluppata tutta in diagonale e di prima o al massimo a due tocchi, da squadra di Guardiola, di Tuchel, non di certo da Serie C. Al contrario, il 6-0 è puro talento individuale, con Brignola che se ne va con un sombrero e al volo fredda il portiere per il suo primo gol col Catanzaro. Come potevamo avere dubbi sulla reazione di un gruppo del genere?

25/02/2023, Juve Stabia-Catanzaro, il campionato finisce qua

Il Menti, tradizionalmente, è uno stadio sfortunato per il Catanzaro. A Castellammare, negli ultimi anni, la aquile si sono viste sfuggire due campionati, entrambi con Auteri. Il primo nel 2010, dopo uno straordinario girone d’andata, il secondo nel 2019, la sera del cucchiaio di Giannone. Insomma, vincere in casa della Juve Stabia per avvicinarsi al titolo avrebbe rappresentato la classica chiusura di un cerchio. Dopo venti minuti, il Catanzaro è già in vantaggio per 3-0 e sulla partita non c’è davvero nulla da dire, a parte l’ennesimo encomio di Vandeputte: che un esterno del genere giochi ancora in Serie C, è uno dei misteri del calcio italiano, un’altra dimostrazione che, forse, c’è qualcosa che non va tra scout e dirigenti del nostro Paese.

L’attenzione, visto il risultato, si volge tutta allo Scida, dove il Crotone affronta la Turris del catanzarese Gaetano Fontana. I corallini vivono un periodo disastroso, risucchiati nella lotta salvezza. Sopravvivere novanta minuti contro una squadra forte come quella di Zauli, capace per tutto l’anno di trovare l’episodio vincente anche al di là della prestazione, è davvero complicato. Di notifiche sul telefono di chi si trova al Menti, però, non ne arrivano. Chi segue da casa, attende solo l’annuncio del vantaggio del Crotone da parte del telecronista di Eleven Sports. Di ragguagli, però, per una volta neanche l’ombra. Quando il Catanzaro chiude la sua partita, Chiricò e compagni sono già rientrati negli spogliatoi sullo 0-0. I punti di vantaggio diventano quattordici. Certo, non è il momento dei caroselli, gli autogrill li avremmo ancora dovuti prendere d’assalto. Dopo Juve Stabia-Catanzaro, però, la samba incomincia davvero.

Autore

Emanuele Mongiardo

6 Commenti

  • Bisogna fare in modo che chi non ama il catanzaro stia lontano. Bisogna trovare il modo per tenere gli interessi personali fuori dal catanzaro. Bisogna allontanare le mani di questa gente dalla squadra che è il tesoro della città. Bisogna tenere lo stadio che è l arena del calcio catanzarese i città. Bisogna eliminare questa gentaglia che propone stadi a dicersi km dalla citta percche trova sporchi interessi nelle proposte. Bisogna cacciare questo tiziodinitte a pedate n

    • Ti dico la verità, per una cifra come si deve (intorno ai 10 milioni), oppure di meno e qualche giovane dell’udinese interessante, allora ci faccio un pensierino..

  • Star cosa di Ranieri l’avete sentita? C’è aria di smobilitazione quando ci sarebbe solo bisogno di mantenere la squadra e lo staff tecnico così come sono…

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