UNIVERSITA’: Iniziativa per la cooperazione internazionale

Avvicinare le sponde, avviando un dialogo interculturale tra la Calabria e i paesi africani dell’Uganda e della Somalia. Questo il progetto promosso dall’Università Magna Græcia per la seconda edizione delle Giornate per la Cooperazione italiana, patrocinate dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri.

Borse di studio per i settori delle biotecnologie, della bioingegneria, delle professioni sanitarie infermieristiche per gli studenti dell’Università di Mbarara in Uganda, mobilità di studenti e docenti per la formazione di figure professionali che possano operare con competenza in questi paesi, sensibilizzazione sul gravissimo problema delle cosiddette mutilazioni genitali femminili, sviluppo di un progetto sanitario integrato nel Mudugh, nello stato del Puntland in Somalia, per la costruzione di un ospedale. Queste, in sintesi, le iniziative previste dal progetto dell’Università di Catanzaro, illustrato durante una giornata interamente dedicata alla cooperazione che si è svolta oggi al Campus universitario di Germaneto, dal titolo emblematico “Avviciniamo le sponde”.

“È nei compiti istituzionali dell’Università fare cultura e scambiare cultura con gli altri popoli- ha detto il professor Agostino Gnasso, delegato del Rettore per i Rapporti Internazionali nell’introdurre i lavori della giornata. L’Università – ha proseguito Gnasso – è chiamata a cercare di avvicinare i popoli per evitare quelle tensioni che possono sfociare in momenti pericolosi per la società civile. Il ruolo dell’Università si affianca a quello di altre istituzioni e associazioni, ma è assolutamente imprescindibile per uno scambio culturale reale ed efficace.“

Sono intervenuti alla giornata: la professoressa Patrizia Doldo, delegato del Rettore per la didattica, che ha presentato il progetto di mobilità per studenti, attraverso la concessione di borse di studio per il settore medico-sanitario; il professor Tullio Barni, delegato del Rettore per le attività culturali, che ha presentato il libro I segni sul corpo di Michela Fusaschi; la professoressa Antonietta Marchese, direttore della Cattedra di Cardiochirurgia presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Ateneo catanzarese e responsabile dei progetti per l’Uganda; il professor Alberto Scerbo, ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Catanzaro, che ha parlato di globalizzazione e del valore dell’identità nel rispetto delle diversità; il dottor Gianfranco Amoroso, specializzando in Ginecologia e Ostetricia all’Università Magna Græcia, che ha fatto conoscere la sua esperienza diretta in Somalia, il dottor Giovanni Batticci dell’Ufficio Africa Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, che ha ribadito il ruolo fondamentale delle Università in questi progetti di cooperazione avviati in diversi paesi africani; il dottor Abdulkadir Giama, presidente dell’ONLUS Cooperation of Medical Service and Development, partner del progetto promosso dall’Università di Catanzaro, che ha parlato delle mutilazioni genitali femminili, una pratica molto diffusa che, oltre a rappresentare un oltraggio alla dignità umana, è causa di gravissimi danni per la salute delle donne; il dottor Corrado Bruno, direttore del St. Mary’s Hospital Lacor di Gulu in Uganda; il dottor Luigi Pingitore, presidente dell’ONLUS You and me together; padre Paolino Tomaino, missionario comboniano in Uganda, che ha portato tutta la sua esperienza umana in questi 40 anni di missione in Africa.

“Solo la cultura può avvicinare le sponde; – ha sottolineato la professoressa Marchese – per cambiare il futuro delle popolazioni dei paesi dell’Africa bisogna agire sull’istruzione. Noi portiamo formazione e tecnologie- ha concluso la professoressa Marchese – loro invece hanno da offrirci tutta la loro umanità, il loro bagaglio di amore e di dolore. È la ricchezza dello scambio” .

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Redazione

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