Vegliando il malato giallorosso, mentre i Machado scalpitano

L’editoriale di Francesco Ceniti

DOPO nove settimane e mezza è arrivata una BOCCATA D’OSSIGENO:
avremmo tutti preferito Kim Basinger, ma visto i tempi che corrono ci accontentiamo
di Mario Alfieri. Adesso bisogna capire se la medicina servirà solo a
prolungare l’agonia o se il malato (leggi Catanzaro) è davvero
sulla via della guarigione.
Fin dalla prossima domenica potremmo avere qualche dettaglio in più:
l’importante è prolungare la striscia di RISULTATI UTILI (per adesso
sono tre) nell’ottica di un finale d’anno abbastanza facile (se
si esclude la gara interna con il Foggia).

Dellisanti indica 24/25 punti come quota base per il giro di boa. Nel passato
campionato Catanzaro e Giugliano virarono in testa a 34, mentre Martina e Paternò
(che poi centrarono la promozione) avevano rispettivamente sei e sette punti
di svantaggio. Andando a spulciare le statistiche, si scopre inoltre che solo
Messina, Catania e Battipagliese hanno dato seguito al platonico titolo di regina
d’inverno. Insomma, se proprio una squadra deve affrontare una crisi (di
gioco e di risultati) è bene che questa arrivi nella prima parte della
stagione.

Detto ciò, è anche inutile dare TROPPA ENFASI a una vittoria
arrivata all’ultimo minuto e per di più dopo una prova da prima
categoria. Di sicuro per il morale dei giallorossi può essere un toccasana,
ma per ottenere il salto di categoria servirà ben altro. Ciardiello e
compagni hanno i numeri per risalire la china? Ribadendo ancora una volta che
bisogna rimediare agli errori di mercato compiuti in estate (senza tre o quattro
innesti ogni discorso è pleonastico), francamente ci sembra inverosimile
che il Catanzaro capace di mettere alla frusta fuori casa Nocerina e Acireale
(attualmente prima e seconda in classifica) sia stato solo il frutto DI CASUALITA’.

E allora sarà bene ritrovare al più presto lo spirito delle prime
giornate, magari facendo leva sulla intraprendenza dei più giovani.

Fino a oggi Dellisanti ha ignorato (secondo noi sbagliando) i vari Machado,
Rodrigo, Basile e Ausoni. Per uno scherzo del destino la già esigua rosa
del Catanzaro è stata decimata, come foglie d’autunno, dagli infortuni.
A Barcellona (purtroppo in terra siciliana e non spagnola) mancheranno Ambrosino,
Bertuccelli, Ferrigno Ascoli e probabilmente anche Ingenito (con la schiena
ferita e la testa rivolta alla Cavese). Escludendo che il tecnico dei giallorossi
mandi in campo il dottore Parente o Salvatore Mancuso (che al massimo potrebbe
giocare in porta), dovremmo vedere all’opera fin dal primo minuto qualche
RAGAZZO affamato di gloria e desideroso di seguire le orme di un certo Kamara
(fischiano le orecchie, signor Cuttone?).

C’è poi la QUESTIONE TIFOSI: domenica scorsa il Ceravolo sembrava
l’inferno dantesco, con la nebbia che avvolgeva gli increduli spettatori,
qualche dirigente impegnato nel ruolo di Cerbero, Cavallaro relegato nel girone
dei golosi a mangiare patatine, Dellisanti nel limbo della tribuna numerata
e la curva Massimo Caparo nelle vesti di una vedova a lutto.
Salvo impensabili stravolgimenti, difficilmente tutte queste cose si potranno
ripetere. Noi ne approfittiamo per lanciare, per la seconda volta, un APPELLO
agli ultrà: sarebbe un delitto non sostenere la squadra contro il Foggia
(guarda caso dei satanelli). Una partita che potrebbe essere vitale in questa
fase e per di più contro un avversario segnalato in grande forma. Conosciamo
e comprendiamo le ragioni della vostra protesta, ma il buon senso consiglierebbe
di sospendere lo sciopero.
In quest’ottica va inserito l’incontro organizzato la scorsa settimana
dalla nostra redazione: siamo dell’avviso, infatti, che il dialogo sia
sempre utile, specie quando i giocatori (e l’allenatore) si dimostrano
sensibili a questa esigenza. Secondo noi la squadra (non priva di colpe) va
in ogni caso sostenuta durante i novanta minuti della gara. Le contestazioni
(anche aspre, ma sempre civili) possono essere dirottate durante la settimana.

Un’ultima annotazione riguardo le voci sul possibile ritorno (Savoia
docet) di PINO ALBANO. L’imprenditore pugliese (è bene ricordarlo,
sembra infatti che la “specie catanzarese” sia in via d’estinzione)
non ha intenzioni immediate d’acquisto. Questo non vuol dire che non sia
interessato. Forse sta soltanto valutando la cosa con la giusta serenità:
potrebbe anche decidere di rilevare tra qualche mese una parte del pacchetto
azionario (quella dei Mancuso), lasciando la gestione tecnica a qualche addetto
ai lavori gradito all’ambiente (fu lui, ad esempio, a richiamare in società
Nicola Ceravolo). Staremo a vedere, fermo restando che in questo periodo sono
davvero poche le persone pronte a investire in un calcio sempre più malato.
Da questo punto di vista il Catanzaro attuale non ha debiti tali da configurare
un collasso. E il merito, non da poco, va riconosciuto all’attuale dirigenza.

Autore

Redazione

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