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Confcommercio: conclusione della IV rassegna “Tessere la Calabriaµ

È stata “na storia straordinaria” quella raccontata, oggi (3 luglio), dai relatori della IV rassegna “Tessere la Calabria”, così come recita il brano musicale della cantastorie Francesca Prestia che si esibita, nella sala conferenze della sede di Confcommercio, durante e al termine dell’incontro.

“Mo vògghju ma vi cuntu, na storia straordinaria e nu bacu, nu brucu, nu verma, ca chhjù bruttu non c’è! Venia dall’Oriente, comu u bambinuzzu e facia nu filatu splendente comu u mara!”. Comincia così il brano della Prestia che ha incantato i presenti e dato inizio alla rassegna.

La sala si è trasformata, anche solo per poco, in un laboratorio tessile: telaio, strumenti per la trattura, bachi da seta, larve, tessuti, mancali (ampie sciarpe con frange) e manichini per esporre alcune particolari creazioni delle maijstre.

«Pochi possono definirsi veri allevatori del baco da seta, ma tantissimi solo coloro che si definiscono tali – ha detto Alfredo Graziano, tecnico delll’A.R.S.S.A. (agenzia regionale sviluppo servizi agricoltura) – con il nostro lavoro, invece, garantiamo che la gelsicoltura (allevamento del gelso, pianta a portamento arboreo o arbustivo), il baco e la stessa manifattura serica siano non solo naturali, ma reali. Solo così possiamo difenderci dall’invasione cinese». «Il mio appello – ha concluso energicamente Graziano – va alla politica, affinchè il loro intervento si concentri principalmente nel destinare parte dei finanziamenti anche alla gelsicoltura evitando, così, la dispersione e la perdita di una tecnica così nobile, ma soprattutto particolare e pregiata, per la quale la Calabria, detiene una tradizione quasi millenaria».

Al tavolo dei relatori è intervenuto Mario Magno, consigliere regionale, che ha voluto ringraziare Maria De Stefano, maestra del tessuto e presidente del CRAT (centro ricerca arte tessile), per aver organizzato l’evento e per «esser riuscita a trasmettere tutta la passione e la forza nel voler, a tutti i costi, imprimere e tramandare un’arte che rischia di perdersi. Come amministrazione, avremo il compito di verificare quello che è già stato fatto e, insieme agli partner dell’evento, concentrare le forze per garantire una ripresa della produzione della seta e del tessuto e l’integrazione nel mercato».

Il presidente della Confcoomercio, Mario Tassone, ha voluto prendere subito la parola e, ringraziando la De Stefano per aver scelto la propria sede come location ideale per la rassegna, ha voluto evidenziare con forza che «il recupero delle tradizioni deve avvenire con l’istituzione di iniziative professionalizzanti che non si concludano con dei corsi da trenta ore perché sarebbe un’utopia pensare che possano bastare poche ore per imparare un mestiere. Il posto fisso non esiste più e noi come istituzioni dobbiamo intervenire per investire sul territorio e per il territorio».

Ha voluto fare i suoi saluti anche l’assessore alle attività produttive della Provincia, Roberto Costanzo, affermando che «il recupero di questo antico mestiere è importante e va fatto canalizzando meglio i contributi evitando i cosiddetti “investimenti a pioggia”».

Puntuale anche l’intervento e i saluti di Francesco Leonardo, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio, che l’anno scorso coinvolse la De Stefano per la prima edizione dell’Expo al femminile nel centro storico e che quest’anno, nel prossimo mese di agosto, si terrà a Soverato.

Presente in sala anche Vincenzo Gioviale, assessore attività produttive del comune di Soverato e Gregorio Guzzo, sindaco di Miglierina che ha accompagnato le volontarie della neo cooperativa dedicata al tessile della quale si è reso promotore attraverso il bando regionale sul recupero dei centri storici. La cooperativa di Miglierina, infatti, come ha raccontato lo stesso Guzzo, ha recuperato vecchi telai abbandonati e li ha restaurati e riutilizzati.

Angela Fidone, docente di “Storia e Tecniche del Costume” dell’Accademia delle belle Arti di Catanzaro, ha avuto il compito, attraverso la sua esposizione dal titolo “Costumi di personaggi mitici del teatro classico”, di porre la storia della tessitura in una prospettiva teatrale e di come «il costume, in scena, diventi il primo elemento di comunicazione per la comprensione di un atto scenico e che diventa, per l’attore, una seconda pelle nella quale calarsi».

Grande curiosità ed interesse per la perfomance finale di Sergio Sestito durante la trattura della seta, ossia il “cavar la seta dai bozzoli”, cioè la trasformazione del filo di bava serico in filo di seta greggio. Il ciclo produttivo è interamente manuale. Una piccola filanda i cui bozzoli sono stati immersi in acqua calda ed applicata la tecnica del dipanamento e torcitura. In molti hanno portato a casa, come souvenir, alcuni bachi da seta e qualche filo realizzato sul momento.

Gli organizzatori danno appuntamento alla prossima edizione! 

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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