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Rieti Catanzaro 1-0: l’analisi tecnico-tattica

Scritto da Davide Greco

Il Catanzaro inciampa nella terza sconfitta consecutiva facendo suonare campanelli d’allarme fra i tifosi. Questione di huevos?

Brutta prestazione dell’undici giallorosso che accusa un vistoso calo psicho-fisico e inciampa nella terza sconfitta consecutiva. Il terreno in buone condizioni e la giornata primaverile non aiutano le aquile che soffrono l’eccessivo agonismo dei padroni di casa.

La cura Capuano inizia a dare i frutti sperati e il Rieti conquista tre punti fondamentali per staccare la Paganese giocando ad altissima intensità per tutti i 90 minuti.

Le formazioni

Come previsto il Rieti si è schierato con il 3-5-2 con Mattia Gigli e Delli Carri in difesa, Brumat Carpani Marchi Venancio e Zanchi sulla mediana, Tommasone e Gondo in attacco. Apprezzabile per intensità il lavoro del centrocampo, ficcante la manovra d’attacco.

Il Catanzaro ha risposto con la formazione tipo, che ha immediatamente portato i ricordi a quella fase della stagione in cui tutto girava alla perfezione. Celiento Riggio e Signorini in difesa, Statella Maita Iuliano e Favalli a centrocampo, Kanoutè D’Ursi e Fischnaller in attacco. Gli attori sono rimasti gli stessi, i risultati sul campo meno.

Primo tempo da incubo

Fin dalle prime battute si è capito subito che sarebbe stata una gara molto complicata. Il Rieti è sceso in campo con una grinta e un’intensità tali da mettere subito alla corde i giallorossi.

Trascorrono pochi minuti e Brumat si divora il vantaggio vedendosi respingere il tiro da Furlan. Il Catanzaro non riesce a decollare, Maita e Iuliano subiscono una serie infinita di energici raddoppi che limitano fortemente la costruzione della manovra.

Ci vorrà un quarto d’ora abbondante prima di veder orchestrare le aquile che vagano per il campo alla ricerca di quel feeling perduto con il fraseggio stretto e le accelerazioni improvvise.

Dopo un tentativo ravvicinato di Fischnaller sarà ancora il Rieti a rendersi pericoloso con un cross di Brumat che attraversa tutta l’area.

Il Catanzaro prova a reagire cercando il possesso palla che tuttavia risulterà macchinoso, al punto da consentire ai padroni di casa di essere pericolosi pur restando abbassati dietro la linea della palla.

Nei minuti finali Iuliano prova a sorprendere la difesa avversaria ma il suo tiro finisce a lato di qualche centimetro e poi è ancora il Rieti a sfiorare la marcatura prima con Tommasone e poi con Gondo.

Ripresa con pochi sussulti

Nei secondi quarantacinque di gioco le aquile si presentano con Bianchimano al posto di Kanoutè, cercando subito di rimettere la partita sui binari desiderati, ma falliscono due occasionissime non sfruttate dal lungo centravanti giallorosso e da D’Ursi.

Capuano intuisce il momento di difficoltà dei suoi e manda in campo Palma Garofalo e Maistro al posto di Carpani Venancio e Tommasone, l’assetto non cambia ma le energie fresche sono vitali per il gioco ossessivo dei padroni di casa.

Auteri risponde con l’ingresso di Casoli al posto di D’Ursi, ma sarà il Rieti a portarsi in vantaggio sfruttando i centimetri di Gigli che di testa trafigge Furlan. Poco più tardi un contropiede micidiale porta Maistro vicinissimo al raddoppio.

Poca tattica e zero tecnica

L’agonismo dei padroni di casa ha messo in soggezione la mediana giallorossa, da un lato costruendo una gabbia sui portatori di palla e dall’altro cercando un continuo e spigoloso corpo a corpo sulle corsie esterne. Il risultato è stato di impedire al Catanzaro di manovrare lucidamente.

A fine partita Auteri lamenterà una serie di interventi fallosi ben oltre i limiti e in quest’occasione vogliamo dargli ragione. Non è costume di chi cura questa rubrica giudicare l’operato arbitrale se non quando viene leso il principio primo della sportività.

L’arbitro De Angeli ha colpevolmente ignorato o addirittura non ravvisato una serie di falli sistematici e con palla lontana perpetrati ai danni dell’intero tridente offensivo giallorosso, in particolar modo Kanoutè, di fatto impedendo al Catanzaro di rendersi pericoloso sullo sviluppo di eventuali ripartenze.

Ritornando all’analisi tattica del match, il Rieti ha speso tutte le proprie energie facendo un gran lavoro di corsa e contrasto in tutte le zone del campo quindi alzando e abbassando il baricentro a più riprese.

All’evidente gap tecnico i padroni di casa hanno rimediato con l’intensità e l’ostruzionismo che da un lato garantiva di impedire al Catanzaro di rendersi pericoloso e dall’altro consentiva di recuperare un’infinità di palloni da buttare avanti cercando lo spunto di Gondo.

Con la difesa molto alta, Marchi Venancio e Tommasone a turno hanno cercato l’inserimento vincente, ma la retroguardia giallorossa sia pur con qualche affanno è riuscita a contenere le velleità offensive del Rieti.

In partite come questa spesso il gol nasce da palle inattive. Non c’è riuscito il Catanzaro nonostante i numerosi calci d’angolo, c’è riuscito invece il Rieti che ha giovato dei centimetri di Gigli.

Nell’occasione del gol Gigli poteva essere contrastato in area da Bianchimano, ma questi stazionava stabilmente a centrocampo in attesa di innescare qualche ripartenza. Scelta infelice quando sarebbe stato più logico affidare a un velocista come Fischnaller il compito di mettere in apprensione la difesa del Rieti e sfruttare il fisico del numero 9 nella propria area di rigore.

Le aquile hanno cercato di ragionare cercando il possesso palla e qualche verticalizzazione, ma con le squadre corte e la maggior aggressività degli avversari non c’è stato nulla da fare. L’ultima parte del match si è assistito a una serie di lanci lunghi che non hanno scalfito la strenua difesa azzurro granata.

Questione di Huevos?

Il Rieti è parso scendere in campo con lo stemma di Bartolomeo Colleoni tatuato sul petto. Grinta e carattere da vendere che a più riprese hanno annichilito i giallorossi in campo e anche i tifosi sugli spalti. Merito della cura Capuano, le cui urla si sentivano anche fuori dai tornelli.

Lo stesso non può dirsi del Catanzaro che rimedia la terza sconfitta consecutiva lasciandoci le penne. La consapevolezza di vivere un periodo negativo, con le idee annebbiate e le gambe di legno, non attenua il rammarico per l’emorragia di punti che avrebbero potuto proiettare il Catanzaro ai vertici di questo campionato.

A fine gara la squadra ha chiesto scusa ai tifosi che nonostante qualche mugugno hanno incoraggiato i ragazzi chiedendo tra l’altro di uscire al più presto da questa incresciosa situazione tirando fuori proprio le famose huevos.

A questo punto l’imperativo è di ritrovare al più presto la condizione psico-fisica idonea per disputare i play-off dimostrando di essere ben altra cosa rispetto alle ultime uscite. Forza ragazzi.

Autore

Davide Greco

6 Commenti

  • Purtroppo una partita che non avrei voluto vedere, senza testa, carattere ma anche tecnica dove dovremmo essere superiori nettamente.
    A volte il Catanzaro sembravano loro, quando pressavano alti.
    Capisco che le motivazioni vanno scemando ma in questo solitamente Auteri è un mago.
    Almeno all’inizio del campionato perdevamo ma giocavamo bene.
    Speriamo almeno di arrivare in forma ai playoff

  • Non condivido l’attaccarsi ai vari falli dell’avversario, che volete che ci stendono un tappeto rosso. così come ogni volta che perde auteri trova varie scusanti . La bravura di un allenatore è quella di trovare i rimedi alle brutte prestazioni senza dare colpe al campo alla pioggia al vento ai falli- Marotta che contro di noi ha fatto il fenomeno ha detto che bisogna giocare da c se vuoi fare risultati, ad auteri non sono servite le scoppole prese con bisceglie catania e non che con il monopoli si sia giocato bene. Purtroppo i giocatori si sono svuotati dopo quel maledetto rigore sbagliato dal fenomeno di giannone ( che andava mandato a casa), perchè fare la rincorsa e veder svanito un traguardo per una cazzata ti demoralizza), poi le altre scelte di auteri di far giocare giocatorini come de risio ciccone casoli nicoletti e quel portiere hanno fatto il resto. Auteri deve svegliarsi assumersi le proprie responsabilità o dire onestamente che non è cosa sua e si mette da parte. Con questo atteggiamento anche ai playoff se mai ci arriveremo ci esporranno alle solite pessime figure. La società deve essere più incisiva, l’allenatore deve fare l’allenatore tutto quello che bisogna fare al di fuori degli allenamenti e delle partite deve essere solo di competenza della società, perchè si intravedono delle ingerenze che non producono niente di buono se non questi pessimi risultati a chi sta bene bene altrimenti il sansinato è a due passi. Essere buonisti vuol dire essere fessi e la società i tifosi e la città non credo lo siano, lo dimostrano tutti i tifosi che vanno allo stadio in casa e fuori. Poi allenamenti a porte chiuse mi sembra la ghestapo, la coppa Italia snobbata per concentrarsi sul campionato, come se eventuali trofei puzzassero almeno ci fosse stato un riscontro in merito. Ripeto è tempo di fare un’analisi ed ognuno deve prendersi le proprie responsabilità per raggiungere un obbiettivo importante, chi non se la sente tra giocatori ds allenatore facesse le sue scelte per il bene della squadra dei tifosi della società. Noi tifosi anche nei momenti più bui abbiamo dimostato e dimostremo il nostro attaccamento.

    • Posso essere d’accordo su molte cose che hai scritto ma su Auteri proprio NO, il miglior allenatore della C non può essere messo in discussione per un periodo di flessione, per un rigore sbagliato e altri due non dati (Catania)

  • Siamo già alle sentenze? Tenimu a memoria curta e a panza Jina eu non mi scordavi ancora quanta fhammi ammaccavi l’anni passati e mi accontento pe mmo e chistu brodino. Saluti

  • “Nell’occasione del gol Gigli poteva essere contrastato in area da Bianchimano, ma questi stazionava stabilmente a centrocampo in attesa di innescare qualche ripartenza. Scelta infelice quando sarebbe stato più logico affidare a un velocista come Fischnaller il compito di mettere in apprensione la difesa del Rieti e sfruttare il fisico del numero 9 nella propria area di rigore”
    GIUSTA OSSERVAZIONE, infatti quando giocavano i vari Germinale, Sarao e più recentamente Infantino, sui calci d’angolo presidiavano la nostra area di rigore, anche con ottimi risultati, sia per l’altezza che per la possanza fisica. Evidentemente anche Auteri è in calo psico-fisico.

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