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REGIONALI: LETTERA APERTA DELLA FAI-CISL CALABRIA AI CANDIDATI

“Le elezioni regionali del 28 e 29 marzo prossimi rappresentano un appuntamento importante per la Calabria: saremo chiamati a scegliere una nuova classe dirigente che avrà il compito di risollevare la regione da una crisi economica, sociale, culturale, dei diritti, che da anni continua ad aggravarsi, offrendo una effettiva sicurezza sociale ai lavoratori e alle famiglie e dando una prospettiva certa al futuro dei nostri figli”. Ad affermarlo è Giuseppe Gualtieri, segretario generale della Fai-Cisl Calabria, in una lettera aperta ai candidati alla Presidenza della Regione. “Chi sarà eletto a rappresentare i calabresi – prosegue Gualtieri – dovrà mettere in campo una seria azione di governo, fondata sul confronto con le parti sociali, innanzitutto valorizzando i territori e realizzando le utili riforme – e non già sciagurati smantellamenti – di enti come le Comunità montane e i Consorzi di bonifica che servono a governare le specificità. Servono nuove politiche per l’agricoltura e l’agroalimentare, con interventi settoriali di crescita che parano dalla specificità di territori e produzioni; servono adeguate politiche programmatorie per le aree montane che ne sappiano valorizzare le risorse culturali, economiche e ambientali; servono politiche di cura e manutenzione del territorio – dalla bonifica alla forestazione – nella logica della prevenzione e non dell’emergenza ambientale o della protezione civile. Serve più in generale una difesa e valorizzazione del lavoro e un rafforzamento delle politiche per la famiglia e della rete dei servizi sociali, oltre che iniziative solidaristiche a favore dei lavoratori immigrati, che rappresentano una risorsa insostituibile per lo sviluppo del nostro territorio”. “Per questo – continua Giuseppe Gualtieri – alla vigilia del voto abbiamo deciso di sottoporre pubblicamente all’attenzione degli aspiranti governatore le nostre richieste. La Fai-Cisl della Calabria chiede ai candidati una forte azione di governo capace di incidere in maniera strutturale per il superamento di criticità e ritardi accumulati in anni di gestione politica in cui si è scelto di operare in una perenne ed infinita emergenza ed avviare una nuova fase di concertazione fra politica e parti sociali attraverso un Grande Patto che fissi tempi, modalità e obiettivi per rafforzare il tessuto sociale-economico-occupazionale della Calabria. In particolare la Fai-Cisl chiede la sottoscrizione di precisi impegni in relazione allo sviluppo dei settori della forestazione, dell’agricoltura, dell’agro-alimentare dell’ambiente e della pesca. Chiediamo politiche ed azioni di sostegno al settore della Forestazione, in particolare: l’attivazione di una netta inversione di tendenza, rispetto a scelte non concertate ed improvvisate che hanno portato ad una pseudo-riforma del comparto forestale, che porterebbe ad un inesorabile declino del settore, rivalutando il settore non come un peso della collettività ma come una grande risorsa. Chiediamo poi di riprendere il dialogo della concertazione al fine di maturare orientamenti e scelte condivise per giungere ad una riforma dell’AFOR o degli Enti strumentali capaci di assicurare prospettive di sviluppo e contrastare l’idea diffusa della Forestazione come assistenzialismo e quindi Bacino ad esaurimento, anziché come settore capace di aprire nuove opportunità e prospettive occupazionali. Crediamo in un Piano di Sviluppo che valorizzi ed esalti la funzione produttiva (filiera legno-energia), sfruttamento dei prodotti del bosco e del sottobosco, valorizzi il patrimonio boschivo e naturalistico per fini turistici, migliorando le infrastrutture, coniugando anche la grande ricchezza del mare che dista pochi chilometri dalla montagna ed infine la più importante: la funzione protettiva, per un territorio come la Calabria, ad alto rischio sismico, verso il dissesto idro­geologico e per evitare le frequenti catastrofi che spesso causano ingenti danni a persone e cose. Tale obiettivi si possono raggiungere creando un rilancio della forestazione, attraverso un nuovo assetto produttivo nelle zone interne, capace di evitare fenomeni di rarefazione, spopolamento e marginalizzazione. Chiediamo inoltre l’attivazione di interventi e politiche organiche di sostegno al settore dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare, a livello Regionale, Nazionale ed Europeo, capaci di migliorare il livello di cooperazione produttiva, pretendendo accordi e norme di legalità, che favoriscono, anche con finanziamenti mirati (POR-FESR 2007/2013) le produzioni e la commercializzazione dei prodotti riducendo quei fattori che oltre al lavoro nero, allo sfruttamento di manodopera spesso extra-comunitaria, oggi danneggiano aziende, lavoratori e consumatori; la valorizzazione delle capacità professionali e delle esperienze maturate negli Enti strumentali, come l’ARSSA nei settori della sperimentazione e dell’assistenza allo sviluppo agricolo e di quelle associazioni o Enti che operano per garantire la sicurezza alimentare; un Piano di Miglioramento delle Infrastrutture di sostegno all’agricoltura, attraverso la forte valorizzazione del ruolo dei Consorzi di Bonifica che, superate le emergenze e avviata la nuova perimetrazione per ambiti, possono diventare strumenti importanti per il rilancio dell’Agricoltura”. “La Fai-Cisl – continua il segretario generale – chiede che si avviino e si rafforzino le politiche attive di difesa e di valorizzazione dell’Ambiente, in particolare il superamento dell’emergenza ambientale con la predisposizione di un Piano per i Rifiuti e le discariche illegali e legali esistenti nella Regione e che rappresentano, oggi, autentiche bombe ecologiche”. “La Fai-Cisl – conclude Giuseppe Gualtieri – chiede alla politica un intervento serio, per salvaguardare gli 800 km di costa della Calabria, per accertare e bonificare caso mai ce ne fosse bisogno l’ambiente e la qualità del mare, fortemente compromesso al precario e inadeguato funzionamento degli impianti di depurazione e dall’altra al pericolo dell’inquinamento marino causato dal deposito di materiale inquinante in buona parte nel mare calabrese. Questa situazione di degrado, anche, ambientale ha determinato specialmente in questo ultimo anno, una grande crisi nel settore della Pesca, sospendendo di fatto l’attività lavorativa di migliaia di lavoratori, pregiudicando la sicurezza alimentare e riducendo anche ulteriormente l’indotto turistico”.

Autore

Umberto Galati

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